Gli studenti universitari invitano a riflettere sulla decolonizzazione
Mercoledì 28 Aprile si terrà in via telematica l’iniziativa “L’isola che non c’è”, dove con una soluzione grafica assai originale il “non” viene cancellato dalla bandiera dei mori utilizzata come una croce rosse impressa sopra la negazione. L’evento è di per sé inedito, perché la ricorrenza che ricorda la cacciata dei funzionari piemontesi e l’inizio di quel processo storico di sollevazione dei sardi chiamato “Sarda Rivolutzione”, non ha mai trovato una calda accoglienza nell’ambiente universitario. Organizzato dall’UdU Sassari – Unione degli Universitari e patrocinata dal Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali, l’evento è aperto a tutti e sarà trasmesso dalla pagina facebook dell’associazione studentesca. La diretta – scrivono gli studenti…
Orfani sociotecnici e Filosofia de logu a Salerno
Stimolati dal capitolo del nostro libro Orfani socio-tecnici. Pratiche e politiche dell’innovazione e subalternità e in generale dalla ricerca di Alessandro Mongili sui temi dell’innovazione tecnoscientifica e dei processi di esclusione al suo interno, la Scuola di dottorato Social Theory, Digital Innovation, and Public Policies dell’Università di Salerno lo ospiterà per un intervento in cui introdurrà il concetto di innovazione, il suo rapporto non sempre diretto con le politiche dell’innovazione e l’enactment dei modelli lineari di innovazione nel loro legame con la produzione e riproduzione di marginalità e di esclusione socio-tecnica.
L’enigma sardo: un tentativo di spiegazione
di Omar Onnis – tempo di lettura: 13 minuti – La percezione di una diversità Alcuni anni fa, in una puntata della nota trasmissione “Fahrenheit”, di Radio3 RAI, il conduttore dovette accennare al fenomeno della cosiddetta nouvelle vague letteraria sarda; non trovando una terminologia migliore, parlò di “regionalismo forte”. Non era un giudizio di valore, bensì pura difficoltà lessicale. Quando, tra 2018 e 2019, il film di Paolo Zucca L’uomo che comprò la Luna cominciò ad avere un sorprendente successo in Italia, uno degli aggettivi più usati per cercare di renderne il senso complessivo fu “etnico” (“commedia etnica” fu la definizione di Mymovies: www.mymovies.it). L’aggettivazione riservata ancora oggi alla Sardegna,…
Per decolonizzare il pensiero in Sardegna: prima presentazione pubblica
Collettivo Filosofia de Logu Eccoci giunt* alla prima presentazione pubblica del nostro libro collettivo. Giovedì 4 marzo discuteremo del nostro lavoro, delle sue premesse e delle sue tematiche con una studiosa e uno studioso il cui ambito di interessi ci sembra molto utile a tal scopo. Carla Panico è una storica contemporaneista, dottoranda in Postcolonialismo e cittadinanza globale al Centro Estudos Sociais dell’Università di Coimbra (Portogallo). Si occupa di nazionalismo italiano, migrazioni e Questione meridionale, in particolare della relazione tra storia coloniale e colonialismo interno nella formazione dell’identitá nazionale. Massimo Mazzotti è professore presso il Dipartimento di Storia dell’Università di California, Berkeley, e direttore del Center for Science, Technology, Medicine,…
Il nostro libro collettivo, da oggi in libreria
Collettivo Filosofia de Logu Filosofia de Logu. Decolonizzare il pensiero e la ricerca in Sardegna esce oggi in libreria. Il frutto della prima fase del nostro lavoro collettivo è infine a disposizione di lettrici e lettori. Un obiettivo che sembrava puramente ipotetico solo quindici mesi fa oggi è realtà. Un’idea che ha trovato realizzazione solo grazie allo spirito di condivisione e di collaborazione di tante persone diverse – per formazione, per età, per esperienze di vita – ma accomunate dall’urgenza intellettuale e politica (in senso ampio) di costruire nuovi percorsi di riflessione e di emancipazione per l’isola e chi la abita. Per noi autrici e autori di questo libro e…
“La Sardegna è donna”?
Qualche nota su “Linea bianca”, genere e colonialismo di Giada Bonu – tempo di lettura: 12 minuti – Il punto interrogativo sembra stampato negli occhi di Eleonora, arrampicatrice del soccorso alpino speleologico Sardegna che, sospesa a diversi metri sul livello del mare, fissa il conduttore che afferma: “la Sardegna è donna, così come la montagna è donna”, a cui Eleonora risponde sobriamente: “la Sardegna è un posto in cui si trova una montagna particolare, ottima per scalare”. Le volte in cui la televisione generalista si rivolge alla Sardegna, lo fa sempre con la giusta dose di esotismo, vantandone le bellezze, il folklore, la magia. Tanto che criticarne una anziché un’altra…
La storia fuori di sé: uso pubblico della storia e Public History in Sardegna
di Omar Onnis – tempo di lettura: 13 minuti – Un documentario televisivo, un manuale scolastico, l’orazione pubblica di un’alta carica politica, una ricorrenza civile, un monumento, la denominazione di una piazza: sono occasioni e contesti diversi in cui entra in gioco la storia. Su questo terreno si incontrano, a volte sovrapponendosi a volte scontrandosi, tre ambiti o modalità di narrazione storica: la cosiddetta Grande narrazione, l’”uso pubblico della storia” e la Public History. Cosa sono? Come interagiscono? Qual è la loro declinazione in Sardegna e con quali esiti? La storia e le sue modalità di narrazione e diffusione Quando si parla di storia e storiografia si intende comunemente la…
Il Covid, il neocentralismo e la rimozione di Gramsci
– tempo di lettura: 9 minuti – di Cristiano Sabino «Porre fine al regionalismo» è veramente ragionevole? Il tappo l’ha tolto Angelo d’Orsi sul Manifesto, quotidiano comunista, con un articolo dal titolo che è tutto un programma: La ragionevole follia di mettere fine al regionalismo[1].La tesi di d’Orsi fondamentalmente ripropone una vecchia tentazione della sinistra italiana e cioè che bisogna centralizzare tutto, perché “Stato” è sinonimo di “pubblico” e “pubblico” è sinonimo di fase preparatoria ad un’economia pianificata o quantomeno ad un welfare radicale.Il ragionamento di d’Orsi, in buona sostanza, si articola in due passaggi: 1) i Costituenti sbagliarono a inserire nell’ordinamento della Repubblica l’ente Regione, perché le Regioni sono…
Il masochismo dei sardi come sintomo di un pensiero self-colonized. In risposta ad un recente articolo comparso su Vice.
di Gianpaolo Cherchi* Ha suscitato qualche attenzione l’articolo apparso su Vice negli scorsi giorni, a firma di Alessandro Pilo, in cui si descrive la particolare abilità che hanno i sardi nell’essere orgogliosamente masochisti. Un’abilità quasi congenita, che viene descritta nei termini di “una gigantesca sindrome di Stoccolma che ci porta a essere particolarmente gentili con chi ci tratta male e ad affezionarci ai nostri sfruttatori”. A dimostrazione di questo talento tutto particolare che possiedono i sardi l’articolo cita degli esempi, come l’atteggiamento prono e servizievole della giunta regionale per quanto riguarda la gestione della pandemia di Covid durante l’estate, con la decisione di non chiudere le discoteche per venire incontro…
Carbonia, capitale contemporanea
Il Sulcis-Iglesiente come antidoto alla “costante mitizzante sarda” di Federica Pau e Riccardo Onnis «Ma come ogni insieme di nozioni durature, le idee dell’orientalismo influenzarono gli orientali oltre che gli occidentali»[1] «O sarà che i carboniensi sono simpatici. O che sei sarda, e alla povertà architettonica ci sei abituata. E per quanto sia scarso il tuo senso di appartenenza, quella è pur sempre la tua storia»[2] Il rapporto che l’uomo instaura con l’antico e il moderno è un complesso mosaico, i cui tasselli provengono dagli ambiti più disparati dell’esperienza. Secondo un’accezione non unica, ma scientificamente consolidata e condivisa, del paesaggio come rappresentazione[3], siamo ingaggiati nostro malgrado da ciò con cui…